Attraversata piazza Donna Bianca, s’imbocca l’ultimo tratto (il più ampio) del Corso Vittorio Emanuele II. A sinistra (direzione est), al n. 83, Casa Massi, con il bugnato del portale in laterizi; a destra, al n. 126, casa natale di Emidio Consorti (pedagogista); di nuovo a sinistra, ai numeri 91-93, Casa Tovagliani (sec. XVI), ora D’Ignazi: sull’architrave di due finestre del primo piano si legge: OMNIA EX ALTO, IDEO SOLI DEO HONOR SIT. Subito dopo, a destra, si innalza il Palazzo Bonomi-Gera, sede della Pinacoteca-Gipsoteca. Fu progettato per la propria famiglia alla fine del secolo XVII da Luzio Bonomi (Ripatransone, 1669-1739). Negli anni 1963-66 fu acquistato da Uno Gera, che lo fece restaurare e riportare in gran parte all’architettura originaria, nonostante le trasformazioni e le mutilazioni subite dal palazzo (smantellamento dei caminetti, rifacimento di alcuni soffitti in cemento…). Altri interventi sono stati fatti nel 1994 e nel 2001 dal Comune con finanziamenti della Regione Marche.
Di fronte alla Chiesa di Santa Chiara, è il Palazzo Rotigni (secoli XVI-XVII), ora Vespasiani-Mandolini-Silvestri, caratterizzato da una contenuta verticalità e da una pronunciata orizzontalità. Dell’antica Chiesa gotica di San Benigno resta il campanile ricostruito alla fine dell’800 e mai portato a termine. Al n. 160 è la casa natale di Luigi Mercantini (poeta risorgimentale), di recente restaurata. Ai numeri 111-113 è l’antica Casa Benvignati (sec. XV), quasi tutta in concio, con una bifora chiusa; d’interesse storico sono pure le case seguenti (edilizia popolare, secoli XV-XVI). L’ultimo Palazzo patrizio del corso è quello del n. 162 (secoli XVI-XVII), anticamente Vegezi, da circa un secolo di proprietà Angelini; il portale è a bugnato molto pronunciato, dove sono inseriti due mascheroni scolpiti.