Dalla preistoria al ‘400
La località era abitata nella preistoria (periodi: paleolitico, neolitico, eneolitico); la civiltà picena (secoli IX-III a.C.) vi raggiunse il massimo dello splendore intorno al VI secolo a.C.; ad essa all’inizio del III secolo a.C. subentrò la civiltà romana. Nel periodo delle invasioni barbariche (secoli V-VI) sul colle di Ripatransone si rifugiarono gli abitanti di Cupra, colonia militare romana. Nel 1086 il vescovo di Fermo Ugo (o Ulcandino) unì i quattro castelli di Agello, Roflano, Monte Antico, Capodimonte, ma non si può parlare ancora di Comune, che giuridicamente ebbe origine nel dicembre del 1205, con un atto pubblico tra il vescovo di Fermo Adenulfo ed i rappresentanti locali; dal Comune urbano dipendeva il Comune rurale, essendo questo privo di autonomia politica (unico esempio in tutto il Fermano). Nella prima metà del secolo XIII si verificò il fenomeno dell’”incastellamento”: i ricchi proprietari terrieri (castelli di campagna) decisero di accordarsi con il Comune (che necessitava di vettovaglie, soldati, armi), trattando la loro adesione al Comune stesso in cambio di concessioni e privilegi. Posta sulla più elevata collina della zona e quasi inaccessibile da ogni lato, andò soggetta a molte vicende di guerra fino al secolo XVI e fu detta Propugnaculum Piceni. Con il toponimo di Ripa Transonum è indicata nelle Costituzioni della Marca del Cardinale d’Albornoz (1357), nelle quali è elencata tra le “civitates mediocres” (terza categoria; tutte erano cinque); in obbedienza a tali Costituzioni, si dette i propri statuti. Nel 1415 fu saccheggiata dai soldati dei Malatesta; più tardi l’occupò Francesco Sforza, il quale per punire una ribellione, la saccheggiò e la incendiò nel 1442, ma nel 1445 (18 gennaio, festa di Santa Prisca) i Ripani, guidati da Santoro Pucci, riuscirono a scacciare gli Sforzeschi. Nel 1505 vi fu fondato l’ospedale “San Giovanni”, con la fusione dei quattro ospedali preesistenti; nel 1522 fu redatto il primo catasto. Dal 1549 (e forse da prima) fino al 1559-60 Ripatransone fu residenza del commissario farfense, cioè del giudice rappresentante della Santa Sede nel Presidato omonimo.
Dal ‘500 al ‘700
All’inizio dello stesso secolo fu assalita due volte dagli spagnoli diretti verso il Regno di Napoli: nel 1515 allorché, malgrado l’amichevole accoglienza, essi la saccheggiarono; nel 1521, ma inutilmente, perché furono respinti, grazie anche alle gesta di tre eroine: Bianca Benvignati de’ Tharolis, Angela di Zingaro e Luchina Saccoccia. Il 16 febbraio, 250 soldati spagnoli rimasero sul campo di battaglia. Dopo appositi processi, per l’importanza raggiunta nella zona in quasi tutti i settori della vita cittadina, per il numero degli abitanti e delle attività, nel 1571 il papa Pio V elevò Ripatransone al grado di città e di sede vescovile: il primo Vescovo, Mons. Lucio Sasso di Nola, vi fece il solenne ingresso il 23 marzo 1572. Altro fatto importante del secolo XVI fu la stampa ad Ancona nel 1568 degli antichi statuti del luogo. Nel Seicento la città si arricchì di nuove istituzioni religiose, fra cui, la Congregazione dei Preti dell’Oratorio (1615, Filippini), il Seminario (1623), e filantropiche: Monte di Santa Monica per i prestiti su pegno (1623), Borsa olearia per tenere la piazza sempre provvista di olio, i Monti frumentari per combattere la carestia. Data veramente memorabile di tutto il secolo XVII per la popolazione fu il 10 maggio del 1682, quando il miracoloso simulacro della Madonna di Loreto (detta di S. Giovanni) fu incoronato con corona d’oro, concessa dal Capitolo di S. Pietro. Nel Settecento fu intensa soprattutto la vita culturale e religiosa: furono coltivate particolarmente la poesia (nelle varie Accademie), la storiografia, l’archeologia, la giurisprudenza. In questo secolo la diffusione della cultura fu favorita dal mecenatismo della Chiesa e della nobiltà e dell’attività tipografica iniziata dal Valenti nel 1741. Negli anni della Rivoluzione Francese ripararono a Ripatransone alcuni sacerdoti d’oltralpe. Il 25 febbraio del 1798, nel palazzo comunale si riunì la prima municipalità democratica; il 1° giugno del 1799, ottocento insorgenti comandati da Donato De Donatis assalirono la città per liberarla dai giacobini.
‘800
Dal 1808 al 1814 Ripatransone fu capoluogo di Cantone del Dipartimento del Tronto (Regno Italico), con giurisdizione su: Carassai, Montefiore, Campofilone, Massignano, Marano e Sant’Andrea (odierna Cupra Marittima), Grottammare. A seguito dello scioglimento delle comunità religiose decretato nel 1810 dal governo napoleonico, i monasteri ed i conventi della città furono messi all’asta acquistati da privati con somme modeste, e per alcuni di essi (San Domenico, San Francesco) fu la fine.
Durante i primi decenni del Risorgimento, tranne sporadici casi di patriottismo, la popolazione rimase in gran parte fedele al governo pontificio. Proclamata la Repubblica Romana nel 1849, per il nuovo Parlamento nel collegio di Ripatransone fu eletto Giuseppe Neroni Cancelli. Nello stesso anno, il tenente Raffaele Bastianelli e 21 legionari furono tra gli oltre mille volontari che guidati da Garibaldi accorsero in difesa della Repubblica Romana; tra i feriti del 30 giugno sul Gianicolo, il ripano Nicola Tommasi, che morì in un ospedale di Roma il 22 luglio; il suo nome è scolpito sul marmo del monumento-ossario sorto sul colle di Roma.
Il 2 luglio del 1853 giunsero a Ripatransone le Figlie della Carità, chiamate per la direzione dell’ospedale (con l’annesso ricovero di mendicità) e dell’orfanotrofio femminile.
Nel 1860, dopo la battaglia di Castelfidardo (18 settembre), Ripatransone ebbe il vanto di liberarsi dal governo pontificio per prima fra le città della provincia, senza aiuti esterni.
Nel primo censimento nazionale della popolazione del 1861, con i suoi 5.679 abitanti, Ripatransone si piazzò al quarto posto nella graduatoria dei Comuni della provincia. Nel 1877 fu fondato il museo civico (uno dei primi della provincia), fu aperto il nuovo cimitero, fu attivato l’ufficio telegrafico. Nel 1882, dal 21 al 23 luglio, furono più di ventimila i convenuti in città per assistere alle manifestazioni celebrative del bicentenario dell’incoronazione della Madonna detta di San Giovanni.
Nel 1889 la città divenne famosa in patria ed all’estero per la scuola di lavoro manuale educativo (la prima in Italia), fondatavi dal concittadino Emidio Consorti, che vi istituì pure un museo pedagogico. Nel 1894 il Ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli visitò il VI Corso Consortiano e ne rimase così entusiasta che
con R.D. del 17 gennaio 1895 n. 27, istituì a Ripatransone la Scuola Normale Maschile Inferiore denominata “Luigi Mercantini”, con annessa una sezione di lavoro educativo.
Nel 1893, il 30 maggio, il Vescovo Mons. Giacinto Nicolai proclamò ufficialmente la Madonna di San Giovanni Patrona della Città e Diocesi di Ripatransone. Nella seconda metà dell’Ottocento il Seminarlo Vescovile ripano divenne uno dei più famosi della regione per merito di dinamici rettori e di valentissimi docenti.
‘900
Nel 1902 il municipio accese un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti p realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica. L’acquedotto fu inaugurato nel 1908 e l’anno seguente furono effettuati i primi allacci per uso domestico. Nella “grande guerra” Ripatransone dette alla Patria il contributo di ben 164 caduti; altri 31 ripani caddero sul campo nella guerra d’Africa e nella II guerra mondiale.
Nel 1924, con bolla pontificia del 18 dicembre, Mons. Luigi Ferri, già Vescovo di Montalto dal 1912, fu nominato anche Pastore di Ripatransone: così le due diocesi, pur rimanendo separate, furono unite nella persona del Vescovo. Mons. Ferri che succedeva a Mons. Boschi, fece il suo ingresso a Ripatransone il 31 maggio 1925, Domenica di Pentecoste.
Nel 1929, il 31 luglio, i ripani accolsero festosamente, proveniente da Lucca, la prima comunità delle Monache Passioniste, che si stabilirono nell’ex Convento e Ritiro della Maddalena (Frati Minori Francescani), appositamente acquistato l’anno precedente. Nel 1932, dal 9 all’11 settembre, la città fu sede del Congresso Eucaristico Interdiocesano (diocesi di Montalto e di Ripatransone).
La città superò l’era fascista e gli eventi della seconda guerra mondiale senza eccessi sanguinosi. Il 29 novembre 1943, un aereo ricognitore alleato, insospettito dai fari di un autocarro, sganciò su Ripatransone uno spezzone, che lesionò una decina di abitazioni del centro storico, provocò la morte di Giuseppe Michelangeli ed il ferimento di alcuni cittadini.
Il martedì santo del 1944 ci fu un rastrellamento dei renitenti alla leva da parte dei fascisti. Nel periodo maggio-giugno dello stesso anno fu di stanza in città un contingente dell’esercito germanico ed il 19 giugno arrivarono le truppe polacche (liberazione di Ripatransone). Durante l’era fascista, e precisamente negli anni 1938-41, con la munificenza del cittadino Dino Cardarelli furono realizzate due consistenti opere architettoniche, dall’inconfondibile “stile littorio”: la sede dell’Istituto (asilo ed orfanotrofio) “Cardarelli” (72 vani distribuiti in 4 piani), l’ingresso monumentale del civico cimitero.
Le prime elezioni democratiche del dopoguerra fatte con il sistema maggioritario il 17 marzo 1946, videro in lizza quattro liste: Scudo Crociato (D.C.), Leone (Liberali), Torre, Spiga (partiti di sinistra). La vittoria arrise alla Democrazia Cristiana, a cui andarono 16 consiglieri; 4 consiglieri andarono alla Spiga; primo sindaco dopo l’era del podestà fu l’avvocato Giuseppe Bruti. Nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946 si ebbero i seguenti risultati: Repubblica, voti 1.905; Monarchia, voti 2.428; voti non validi 376; schede bianche 292.
Nel 1946, il 10 dicembre in città fece il solenne ingresso il Vescovo Mons. Pietro Ossola, che resse le diocesi di Montalto e di Ripatransone fino al 1950. Nel 1952, il 19 marzo, i ripani accolsero il giovane Vescovo Mons. Vincenzo Radicioni, che ha retto le due diocesi fino al 1983; in questo lungo episcopato (31 anni) Mons. Radicioni ha rinnovato materialmente e spiritualmente le due diocesi, compresi naturalmente i due capoluoghi: Ripatransone e Montalto. Nel 1964 si votò per la prima volta con il sistema proporzionale. I risultati furono: 9 seggi alla D.C., 8 al P.C.I., 2 al P.S.I., 1 al P.L.I.; la maggioranza, costituita dalla D.C. e dal P.S.I., elesse come sindaco il democristiano Nadino Michelangeli.
Negli anni 1981-82 si provvide alla metanizzazione del centro urbano. Nel 1983, il 3 luglio, fece l’ingresso in città il vescovo Mons. Giuseppe Chiaretti, 42° Pastore di Ripatransone e 1° di S. Benedetto del Tronto, elevata al rango di sede vescovile. Nel 1985 si tornò a votare con il sistema maggioritario, essendo risultata al di sotto dei cinquemila abitanti la popolazione nel censimento del 1981. Nel 1987 fu eletto il primo sindaco donna: Marilena Paoletti. Nel 1991 (11 ottobre) il consiglio comunale ha approvato lo statuto municipale.
Nel 1993 (21 novembre) si sono svolte le votazioni per l’elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale. Viene eletto sindaco Ubaldo Maroni.
Nel 1996, il 25 e 26 maggio, si sono svolte le manifestazioni per il gemellaggio, nel nome di Mercantini, dei Comuni di Ripatransone e di Sapri, con la firma del “protocollo d’intesa”; il 29 settembre, Ripatransone ha accolto Mons. Gervasio Gestori, 43° Pastore dall’istituzione della diocesi nel 1571.