Il Museo della Civiltà Contadina ed Artigiana del medio Piceno si può definire anche demoantropologico. Allestito da un Comitato di 25 volenterosi e benemeriti cittadini nei primi mesi del 1990, fu inaugurato il 21 aprile dello stesso anno, presenti autorità civili e religiose. La raccolta museale si compone di manufatti e di molti attrezzi (circa 1500, per la quasi totalità ceduti dai proprietari residenti a Ripatransone e nei Comuni vicini, e dal Municipio di Cossignano), che sono stati prodotti o utilizzati nelle campagne e nelle botteghe artigiane fino agli anni cinquanta del XX secolo, prima che la progressiva meccanizzazione li rendesse inutili; pochi risalgono alla fine dell’800, la maggior parte è databile nella prima metà del ‘900. Il museo, originariamente nella cripta della chiesa dell’Immacolata Concezione, è stato trasferito nella nuova sede nell’anno 2005.
Il Museo si compone di quattordici sezioni:
• la bottega del fabbro: forgia, arrotatrice, incudine, tenaglie, martelli; vasta produzione di manufatti: zappe, bidenti, coltri, vomeri, cardini per porte e finestre, serrature e chiavi;
• la bottega del calzolaio: deschetto con i vari attrezzi per la lavorazione e la rifinitura del cuoio, forme per modellare le tomaie, dl cui sono presenti esemplari diversi modelli di calzature,
• la bottega del falegname: banco di lavoro; morsa, seghe, seghetti, segoni, pialle a mano, trivelle;
• i mezzi di illuminazione: lumi ad olIo ed a petrolio, lampada ad acetilene, bugia con candela; pesi e misure: bilance, stadere, bascule; quarte (una del Settecento) e coppi: misure di capacità (cereali e legumi) in uso nello Stato Pontificio;
• terraglie: vasellame fittile prodotto fino agli anni ’60 del secolo XX dalla ditta Peci, una famiglia di vasai per generazioni: recipienti per la cottura dei cibi, vasi per la conservazione degli alimenti, brocche per attingere, conservare e versare l’acqua, vasi per mungitura, trufo, megafoni, campana, scaldini; tornio donato da Emidio Di Paolo, per diversi anni docente dei Corsi di Formazione Professionale, organizzati dal Museo con il contributo della Provincia di Ascoli Piceno;
• la tessitura: telaio con cui le ragazze si prepa ravano gran parte del corredo da sposa: naspi (aspi), filarelli, arcolai, rocche, conocchie, fusi, pettini per telaio;
• i mezzi di trasporto: tre carri decorati prodotti da carradori diversi: Ciarrocchi di Ripatransone e Pulcini di Offida; un terzo proveniente da Massignano; una sterza (carro a quattro ruote. che poteva essere usato anche nelle processioni), proveniente dalla Romagna; un calesse donato dall’Ing. Piergallini di Grottammare; una treggia (modellata sulla slitta); carriola, gioghi per bovini, ruote;
• la viticoltura e la cantina: arnesi per la potatura delle viti, orci e pompe a spalla per dare il ramato alle viti, solforatrici a spalla; diraspatrice, “canali”, pompe, casseruole in rame, bigonce, secchie, torchi, botti, cannelle, grossi imbuti di legno (“petriole“);
• il lavoro dei campi: attrezzatura utilizzata quando i lavori si facevano a braccia o co mezzi a trazione animale: perticare (coltrine), aratri, voltorecchi, erpici, seminatrici, zappe, bidenti, rastrelli, forche, forconi, tagliafieno, crivelli, pila per il farro;
• la cucina: tavolo, sedie, focolare, madia, acquaio con orci, paioli, fiaschi impagliati, o denza, grattugia, mortaio, saliera, cuccuma, batteria di tostatori d’orzo (caffè), accessori per il caminetto; piatti e posate;
• la camera da letto: pagliericcio, comodino, baule, seggetta (comoda), scaldapanni, culle, lavabo con accessori, scaldaletti, “prete” e “monaca”, vaso da notte;
• scuola e giocattoli: banco di scuola con accessori, cartella di cartone, libri e quade astucci con penne e matite, pagella, lavagna d’ardesia, pallottoliere; giocattoli manufatti, le “coccette” (in terracotta), le pentoline (in rame); in questa sezione è stata ricostruita un’aula di pluriclasse di scuola elementare rurale, con i sussidi didattici dell’epoca (anni 1940);
• scuola di “lavoro manuale-educativo”, fondata a Ripatransone nel 1889 da Emidio Consorti, con manufatti dell’epoca; questa sezione è stata allestita nel 1998. E’ esposta inoltre oggettistica varia.

Il Museo è in continua espansione, fra il materiale ricevuto nel 1997, si ricorda tutta l’attrezzatura della tipografia “Franceschini”, donata da Ettore De Angelis, arricchita nel 1999 con la donazione dell’ascolano Cesari.