Palazzo del Podestà
Teatro Comunale “Luigi Mercantini”

Il Palazzo del Podestà (restaurato negli anni 1979-91) è uno degli edifici più interessanti della regione marchigiana. Fu compiuto in forme di transizione romanico-gotiche nel 1304, come si legge nell’epigrafe della prima bifora di sinistra. Un’altra lapide, in memoria del restauro fatto alle mura castellane nel 1548 per ordine del cardinale Farnese, nel 1739 fu collocata tra la prima e la seconda bifora di sinistra. Le linee di questo edificio furono alterate nel secolo XIX con l’abbassamento del piano del porticato, l’elevazione del secondo piano, l’aggiunta dell’ala sinistra, che comportò per ragioni di simmetria, il rivestimento con lo stesso materiale di un’uguale superficie nella parte destra della facciata; anche la torre civica, a cui si poteva accedere autonomamente prima del 1826, perse molto della forma originaria; nella cella campanaria è il campanone civico dal peso di circa due tonnellate, fuso a Ripatransone nel 1706 da Laureti di Spoltore. Nella facciata il palazzo è aperto da un alto portico a sette archi, di cui quello centrale ogivale; qui, dall’8 giugno 2003 si può ammirare una grossa stele in bronzo, il “Monumento al donatore” commissionato
all’artista ripano Primo Angellotti, dalla sezione dell’AVIS, a ricordo del Quarantennale di fondazione. Il locale centrale del portico dal 29 luglio 2001 ospita la “Bottega del Vino” e delle tipicità: nel 1994 infatti Ripatransone ha aderito all’Associazione
nazionale “Città del vino” e nel 2001 a quella delle “Città dell’olio extravergine d’oliva”; superiormente corre un piano di sei bifore con al centro, in corrispondenza dell’arco gotico, una monofora triloba. Sempre sulla facciata, a sinistra si può ammirare un monumentino (1895) innalzato al poeta di Ripatransone Luigi Mercantini (1821 – 1972), con busto di Vito Pardo ed epigrafe di Enrico Panzacchi; a destra un altro monumentino (1925) innalzato al pedagogista ripano Emidio Consorti (1841 – 1913) con busto di Luigi Campanelli ed epigrafe di Giuseppe Maria Boccabianca.

Il primo piano del palazzo fu trasformato in Teatro Comunale con il progetto di Pietro Maggi a partire dal 1790; pur incompleto, fu aperto al pubblico nel 1824 con il nome di “Teatro del Leone”. Fu completato nel 1843 con il progetto di Filippo Bassotti. Modifiche sostanziali vi furono apportate sia all’interno che all’esterno negli anni 1867-76, sotto la direzione di Pietro Dasti. A dipingere l’intero teatro fu chiamato Luigi Ruffini di Falerone, il quale nel soffitto dipinse, fra l’altro, in sei medaglioni, i ritratti di tre letterati autori di opere teatrali: Metastasio, Alfieri, Goldoni, e tre musicisti compositori: Bellini, Rossini, Verdi; il fratello Giuseppe dipinse il sipario, che presenta la scena della “Virginia ripana” (fatto cruento accaduto nel 1515); dopo i lavori di restauro e di consolidamento del teatro, per esigenze di praticità, il sipario “storico” fa da fondale. Nel 1894 al teatro fu cambiato il nome e fu intitolato a Luigi Mercantini. La planimetria è ad U (ricorrente nel secolo scorso); i palchi sono cinquanta: 16 al primo ordine, 17 al secondo ed al terzo. Dal 1979 in poi sono stati eseguiti lavori di consolidamento e di restauro, riguardanti sia iI Palazzo del Podestà, sia il Teatro Mercantini.