Chiesa di Santa Chiara
Ex Seminario Vescovile

La Chiesa di Santa Chiara fu fatta edificare dalle Monache Clarisse negli anni 1750-53 e fu consacrata nel 1754.
La facciata è elegante e slanciata, come pure slanciato è portale in arenaria; l’interno ad una sola navata è ricco di slancio e di grazia, con lesene adorne di bei capitelli corinzi; ancor più belli e ben conservati gli stucchi e le nove grate dorate; l’altare maggiore, il più pregevole della città, è originale in quanto ricoperto interamente di tessere marmoree irregolari e policrome; la pala d’altare, la Madonna Immacolata (anni ’60 del sec. XX), opera di Michelangelo Bedini, autore pure delle due tele degli altari laterali: San Giuseppe con Gesù Bambino (a destra), Sacro Cuore di Gesù (a sinistra); sulla cimasa dell’altare maggiore è lo stemma degli Ordini Francescani, ai lati, due angeli (sculture); un’altra statua, San Francesco, è collocata nella nicchia sovrastante; sull’ultimo arco della volta si legge l’epigrafe: “D.O.M. In honorem S. Clarae”. Le 14 stazioni della Via Crucis, medaglioni in maiolica ad imitazione dello stile dei Della Robbia, furono acquistate a Roma negli anni ’60, periodo in cui la chiesa fu restaurata e donate dal vescovo Mons. Vincenzo Radicioni. Dal 1° aprile 1999 è la degna sede (anche se provvisoria) del Museo Vescovile di Arte Sacra di Ripatransone, uno degli otto Musei Sistini del Piceno, allestiti nell’ambito della Diocesi di San Benedetto-Ripatransone-Montalto. Vi si possono ammirare: paramenti, reliquiari (a semibusto e ad ostensorio), oggetti liturgici d’argento, soprattutto di epoca barocca; inoltre: due tele raffiguranti Santa Chiara, probabili opere dell’ascolano Nicola Monti (173695), statuine di arte devozionale, tre esemplari di “Cartegloria”, di cui uno in legno intagliato e dorato, è forse il più bello tra quelli conservati nelle chiese dell’intera diocesi. A circondarla è il complesso del Seminario Vescovile, costituito dagli edifici del corso Vittorio Emanuele II compresi tra i numeri civici 95 e 99, dalla Chiesa di Santa Chiara, dal lungo edificio prospiciente via Duchi d’Atri, tutto in laterizi, realizzato su progetto di Giuseppe Rossetti (sec. XVIII)